Progetto di solidarietà sostenuto dalla Banca Popolare del Frusinate intervista al Direttore Generale Rinaldo Scaccia.
Direttore buongiorno, abbiamo saputo che la Banca Popolare del Frusinate non opera soltanto in Italia, e nella provincia di Frosinone in particolare, ma agisce anche in Africa per iniziative di solidarietà.
Si, la Banca Popolare del Frusinate in questo mese di gennaio, ad esempio, ha finanziato la realizzazione, insieme ad altri istituti di credito, di altri due pozzi per l’acqua potabile, in Africa, nel Burkina Faso. Il primo, chiamato pozzo con sistema a pompa Mark è stato realizzato nel villaggio di PUUSEM che si trova nel nord di quel paese, fascia dell’arido Sahel. Il pozzo pesca acqua potabile fossile ad una profondità di 66 mt, buona e leggera, lì da milioni di anni, e serve una popolazione stanziale tra i 900 e i 1000 abitanti oltre ai loro numerosi animali da pascolo specie capre e zebù. Il secondo pozzo che è stato realizzato è chiamato ‘pozzo a sterro a grande diametro’. È realizzato in cemento armato con diametro interno utile di 1,50 mt. È profondo, con una disponibilità continua di almeno due metri di acqua potabile di prima falda (tali pozzi sono realizzati laddove le falde acquifere esistono) e normalmente dove sarebbe difficile giungere con macchine per costruire pozzi con sistemi a pompa manuale, ed anche perché meno costoso. Questo secondo pozzo è stato realizzato nel villaggio di OUIDIN. Serve gruppi di etnia ‘Mossi’ stanziali in numero di 300 persone circa e alcuni gruppi nomadi di etnia Peul, di passaggio 3/4 mesi per anno.
La Banca da Lei diretta quindi non è solo un ente di carattere economico-finanziario ma opera anche nella beneficenza e in attività più propriamente sociali e assistenziali.
È noto che la Banca Popolare del Frusinate da sempre, da quando è stata costituita, ha rivolto molta attenzione al territorio di origine, e non solo, sostenendo attività culturali, sportive e sociali, ma ponendo molta attenzione anche alla solidarietà e alla assistenza. Ricordo solo che di recente, la vicinanza alle popolazioni dell’Italia centrale colpite dal terremoto, si è manifestata con donazioni di macchinari e attrezzature utili per quelle popolazioni. Ma queste azioni di solidarietà sono state poste in essere anche al di fuori del territorio nazionale. Sono anni che nel Burkina Faso il nostro istituto contribuisce per rimettere in funzione vecchi pozzi per l’acqua potabile rotti da alcuni anni o sostiene la realizzazione di nuovi pozzi come quelli di Puusem e Ouidin. Purtroppo, nei villaggi africani nel Burkina Faso l’acqua non sgorga dai rubinetti come a casa nostra, ma da un unico pozzo che fornisce l’acqua da bere per tutti gli abitanti e per gli animali di un villaggio. Per cui se un pozzo si rompe o laddove non ce ne siano, il rischio è che la popolazione di quel villaggio ripiega su pozzi scavati in terra alla meno peggio, lontano da falde potabili, con enormi rischi per la salute della gente che vi abita.
Come avvengono e si materializzano i vostri interventi in quel paese così lontano
Noi da anni sosteniamo Solidaid Onlus, una associazione no profit che propone progetti di solidarietà e assistenza in tutto il mondo in aiuto dei più deboli. Praticamente, l’associazione dopo avere raccolto, su progetti specifici di interventi umanitari, le disponibilità finanziarie necessarie, con azione sia diretta che personale dei propri aderenti, le mette in atto come nel Burkina Faso, dove vivono quindici milioni di persone, di cui il 25% bambini. In questo paese l’acqua è assolutamente necessaria e vitale. Se quelle popolazioni non avessero i pozzi che questa organizzazione praticamente ripara ovvero realizza, l’unica acqua utilizzabile sarebbe acqua di ristagno dei fiumi, o l’acqua che si trova in qualche bacino artificiale profondo al massimo tre metri ma dove pure entrano e bevono gli animali domestici e non. E con quell’acqua bisogna fare tutto: bere, cucinare, lavarsi, lavare i panni, le pentole, i piatti sporchi, le ferite. In un paese dove il reddito medio di pochi che vivono in città è di circa 1000 euro l’anno, se va bene, e per scavare un pozzo ne servono 7000. Una cifra sicuramente inavvicinabile per quelle popolazioni. Ed è qui che interviene la nostra Banca tramite Solidaid Onlus.