La Banca Popolare del Frusinate da qualche mese può contare sulla professionalità di una nuova importante risorsa, Federico Appolloni, neo Responsabile Area Mercato. Un caloroso benvenuto.
Chi è Federico Appolloni?
Federico Appolloni nasce professionalmente 27 anni fa in quella che, allora, si chiamava Cassa di Risparmio di Roma, sulle orme del papà. Tanta gavetta e tante esperienze, fino all’arrivo di Capitalia. Poi nel 2002, lungo il percorso, l’incontro con la Banca del Fucino. 14 anni intensi, vissuti con tante energie e tanto pathos: da Responsabile del Personale a Responsabile Commerciale, volendo sintetizzare, in un cantiere sempre aperto e sempre alla ricerca di dimostrare che “piccolo è bello” anche in un contesto di mercato in cui sempre meno considerata è la competenza e la cortesia al servizio del cliente.
Quali motivazioni l’hanno spinta ad accettare questo nuovo incarico?
Con la Banca Popolare del Frusinate è stato amore a prima vista. Sarebbe retorico dire banalmente che per me è stato un onore raccogliere l’invito a salire a bordo. I numeri della Banca parlano da soli: redditività, patrimonialità, dinamismo e filiera corta. C’è un progetto importante, soprattutto c’è la consapevolezza che il futuro impone sfide più complesse e per tali momenti dovremo prepararci ed attrezzarci a dovere. Per me questa è un’opportunità professionale estremamente importante, in questa esperienza si sintetizza il lavoro di una vita!
Condivide il piano di espansione che la banca ha finora portato avanti e ha qualche suggerimento in merito?
La Banca ha il dovere di crescere: lo deve ai suoi soci, lo deve quale risposta al mercato, lo deve al conto economico e, direi, se possibile, lo deve a se stessa per coerenza con gli investimenti fin qui fatti. In un contesto in cui la Banca vanta un altissimo indice di penetrazione, la logica conseguenza è crescere anche per diversificare. Come saprete la prima tappa è Roma dove siamo già approdati con un’agenzia nell’elegante quartiere Parioli/Pinciano e dove abbiamo l’ambizione di coprire nel tempo più zone. E’ un processo, come dicevo, necessario, ma che impone una presa di coscienza forte nei confronti del futuro e di come vogliamo affrontarlo. Quello di cui avremo bisogno, e su cui stiamo già lavorando, è il potenziamento del book prodotti. In questo processo sarà fondamentale il coinvolgimento “totale” di tutte le risorse in gioco.
Durante la crisi le banche popolari si sono dimostrate superiori alla media nazionale nell’erogazione dei prestiti alle pmi. Come si comporterà la popolazione del Frusinate?
In questi primi mesi di esperienza la cosa che sicuramente mi ha più colpito è stato il forte radicamento al territorio della Banca. Un legame viscerale capace di generare momenti di forte condivisione. La Popolare partecipa da ca. 25 anni alla vita socio economica del tessuto ciociaro. Ha condiviso momenti di entusiasmo e momenti meno brillanti, ha saputo gioire delle gioie del territorio ma anche condiviso, sempre in prima linea, i momenti di difficoltà. Il sostegno alle PMI è stato e sarà un punto di riferimento della mission aziendale. Quello che cercheremo di fare è di essere sempre di più all’altezza di interlocutori che, nel tempo, si sono evoluti, con imprenditori che rappresentano la continuità generazionale e che con intelligenza stanno dando un contributo alla tradizione imprenditoriale del territorio.
E’ ancora importante oggi essere una banca radicata sul territorio? Qual è il valore aggiunto?
Se riconosciamo il fatto che il tessuto economico italiano e, ancor meglio, quello più vicino a noi del centro Italia è caratterizzato da imprese piccole, da realtà artigianali, da storia e tradizione, da ditte individuali ovvero da società la cui compagine è, più delle volte, circoscritta al nucleo familiare, la risposta viene da se…Essere “banca di territorio” significherà rispondere adeguatamente alle esigenze di questo territorio. Ma, come già detto, sarà necessario offrire un servizio diversificato per qualità e quantità, capace di fare la differenza. Oggi il territorio non ha necessità solo di credito, ma di servizi e di consulenza, perché costruire il futuro è sempre più complesso, dare delle risposte di livello sarà la sfida più avvincente.